L'importanza del Reverse Engineering per la comunità FLOSS
25/10/2025 , Laboratorio

Una grossa parte del software open source che viene utilizzato, in particolar modo quello Linux-based, arriva a funzionare e a diventare di nostro beneficio grazie alla pratica chiamata Ingegneria Inversa (RE, Reverse Engineering): significa partire dal funzionamento a scatola chiusa di un hardware o software, con zero informazioni, e ricostruirne la logica di comportamento e il codice originale.

È grazie al Reverse Engineering che

  • una periferica hardware senza supporto ufficiale a Linux può funzionare anche su questo sistema operativo, grazie allo sviluppo di un driver open (spesso anche meglio che in ambienti chiusi);
  • possiamo continuare ad utilizzare il nostro hardware anche dopo che il produttore ha smesso di supportarlo, dando un senso al Right to Repair ed evitando di dover buttare dispositivi perfettamente funzionanti;
  • possiamo creare un ambiente domotico, con dispositivi IoT, col totale controllo in locale (grazie ai progetti aperti Home Assistant/Gadgetbridge), senza richiamare servizi e cloud esterni, proprietari, che obbligano ad avere una connessione ad Internet sempre funzionante e che possono chiudere da un momento all'altro rendendo l'hardware inservibile.

Affronteremo un caso di studio: il reverse engineering di una scheda audio esterna USB (la Creative Sound BlasterX G6) al fine di poter usare funzioni avanzate disponibili solo col driver proprietario, anche in ambiente Linux.

Parlaremo anche di Proton e DVDK, che hanno usato il reverse engineering delle API grafiche per far girare giochi Windows-only anche su tutte le distribuzioni Linux.

Appassionato di informatica con una forte curiosità nel comprendere il funzionamento dei sistemi software. Questa curiosità poi si concretizza in progetti personali di analisi e reverse engineering, finalizzati alla comprensione e all'interoperabilità.
Sostenitore convinto dell'open source e della condivisione della conoscenza, contribuisco attivamente all'ecosistema open attraverso traduzioni per progetti come Lutris, ProtonUp Qt e Flathub, allo sviluppo di codice e segnalazione di bug, fino all'arricchimento di dati in OpenStreetMap.